DISEGNI E STORIE
Are you there?
I suoi piedi toccarono il pavimento – freddo, così freddo sulla pelle. Avrebbe dovuto rabbrividire; lo ignorò. Una brezza leggera sussurrava sulla tenda, e la luce della luna la chiamava a sé. La trovò appoggiata sulle onde e da lì la raggiunse, ferma sul davanzale, illuminando le speranze che aveva voluto nascondere.
Entropia
“Diciamo che l'entropia è quel qualcosa che ci aiuta a interpretare il disordine in un sistema fisico. È ciò che fa trovare un equilibrio all'energia. Il professor McKellan aveva questo modo di abbellire le cose più noiose sperando di renderle interessanti. L’unico effetto che sortiva coi suoi sforzi era farmi sperare di essere colpito violentemente in testa.
Japan
I suoi piedi scivolavano con grazia sulla superficie. Sotto di lei, in un riflesso perfetto, stavano nuvole bianche e un sole accecante. Uno-due, uno-due, continuava a danzare. Una piroetta e il mondo le girò attorno, bianco e blu e splendidamente freddo – e poi lei, un punto rosso sulla neve immacolata.
Sogni
Camminava dentro ai sogni. L’eco dei suoi passi era un sussurro nella luce eterea, ombre variopinte proiettate sul suo volto – il nero degli incubi, il verde di speranze giovanili, grigio per timori anziani, rosso sangue per fantasie adolescenziali. “Ricordi,” capì. “Ricordi di sogni?” Allungò una mano per toccare una faccia che cadeva nel vuoto. Le ricordava qualcosa, ma sfumò appena si fece vicina.
Nello spazio
La loro vita era una danza l’uno attorno all’altra. Si erano conosciuti a scuola, poco più che bambini. Per anni, Jean lo aveva a malapena notato; e per anni, Alex aveva notato a malapena se stesso. Le loro giornate le passavano con gli amici, nei posti nascosti conosciuti solo ai bambini: il piccolo parco diveniva una sconfinata foresta proibita; la capanna malmessa era una caverna piena di meraviglie e di magia; lo stagno era un lago e i suoi pesci sirene. Erano insieme, innocenti, e felici.
Il gatto fluttuante
Mi svegliai di soprassalto; piccole perle di sudore bagnavano la fronte. Gli incubi affollavano le mie notti. Mi sedetti sul letto, fissando il battiscopa grigio che stava tra la moquette malandata e la città di Washington. Al di là della parete di vetro della mia stanza, il giardino di ciliegi giapponese scompariva, inghiottito dalle luci accecanti degli edifici. Una macchia scura ora copriva quella vista. Era l'immagine che mi perseguitava nel sonno.
Origami
Le note sputate dal grammofono si spezzavano sugli edifici vuoti, stridendo e urlando, echeggiando nella città senza vita. Ad ascoltare non rimanevano che i cadaveri. ...a malis mors abducit... Il Viaggiatore correva sulla collina, dando le spalle alla città. Aveva visto l'Architetto, con gli occhi carichi di dubbi, nella sua ascesa. Aveva visto – troppo tardi – la sua mente dilaniata esitare sull'ultimo passo, mentre la mano tremava, sospesa sulla leva.
Vita
La vita arrivò di colpo, improvvisa come una tempesta estiva. Un momento lui era niente, nel successivo si faceva una domanda. I suoi fratelli erano in ogni strada, automi che ripetevano meccanicamente le stesse azioni. Porta fuori la spazzatura, fai la spesa, passeggia con il cane. Aiuta. Anche loro facevano così. Eppure loro vivevano, e lui no.
Rapimento della mucca
Era una fredda notte di Novembre. Una luce accecante penetrava dalla finestra della mia camera illuminandola a giorno. Fuori, il bosco aveva preso vita. Qualcuno gridava tra gli alberi, qualcuno fuggiva senza una direzione. Le montagne, sbiadite al passaggio di quella luce, tremavano sotto ad un cielo sempre più nero. Mi affacciai al davanzale. Passò sopra la mia testa, brillante come una cometa, andandosi a schiantare nel campo degli Harrington.
Cervo
Il sole splendeva attraverso gli alberi, illuminando il sottobosco con la sua calda luce dorata. Inspirai profondamente, riprendendo la mia passeggiata e pensando che ormai era ora di sgranocchiare qualcosa. Mentre mi avvicinavo ad una radura vista in precedenza iniziai a sentirmi... a disagio. C’era qualcosa di strano, una sensazione spiacevole nel retro della mia mente. Mi stavano osservando.
Fenicottero
La mia famiglia è strana. Ok, forse ho esagerato. Sono a posto, forse un po’ appiccicosi, ma che vuoi farci? Il più è mia nonna… Ah ecco! Riformulo: Mia nonna è strana. Non il ‘mi apposto al parco e fisso tutti come se avessero due teste’ tipo di strano, ma il ‘ho un forte interesse verso qualcosa, e coinvolgo chi mi è vicino nell’argomento’. Vedete mia nonna è assolutamente, totalmente, irrimediabilmente ossessionata dai… Fenicotteri!
Sistema solare
Li chiamavano Hotanathii. Nell'antica lingua significava la spina dorsale di Dio, perché questo è ciò che le montagne sembravano a quegli uomini di un tempo, ma col tempo ci si era abituati a parlarne come qualcosa di immobile, immutabile, eterno. Hotanathii erano le stelle sparse nel cielo notturno e le costellazioni che disegnavano. Anche il sole era Hotanathii, il corso del fiume e il ghiaccio in cima alle montagne. L'amore di una coppia era Hotanathii e anche le lapidi degli antenati.