Origami

Disegno di: RUDOI

Storia di: Federico Fontanella

 story origami

Le note sputate dal grammofono si spezzavano sugli edifici vuoti, stridendo e urlando, echeggiando nella città senza vita.

Ad ascoltare non rimanevano che i cadaveri.

...a malis mors abducit...

Il Viaggiatore correva sulla collina, dando le spalle alla città.

Aveva visto l'Architetto, con gli occhi carichi di dubbi, nella sua ascesa. Aveva visto – troppo tardi – la sua mente dilaniata esitare sull'ultimo passo, mentre la mano tremava, sospesa sulla leva.

E il Tempo aveva spalancato le porte, così che entrambi potessero scorgere il futuro.

Cosa avesse visto il folle, il Viaggiatore non poteva saperlo. Non sapeva come mai fosse crollato in ginocchio tra i cuori marci ai limiti della sua creazione. La mano era scesa sulla leva, gli ingranaggi avevano preso a ruotare, e subito la città aveva tremato.

Il Viaggiatore fuggì.

Sopra le loro teste l'umanità era in fiamme, e l'Architetto moriva da solo, mentre i cuori neri spargevano veleno e lo consumavano.

"Che cos'è un uomo? Li ho condannati a migliaia, e tu sei scappato."

Il Viaggiatore era sulla collina. La brezza portò la musica fino a lui.

...damno lumina nocte...

Si girò.

Alla luce del sole aveva visto una città al culmine del suo potere; ora davanti a lui si stendevano rocce fredde annegate nell’acqua. Alberi di ghiaccio cercavano il cielo con dita avvizzite. Gambe imponenti camminavano nel fango di sangue e ossa che brillava sotto la mezza luna. Il lascito dell’Architetto. Aspettando, le gambe sarebbero entrate nella luce e lui avrebbe visto.

Non poteva aspettare. Il Tempo gli aveva mostrato ciò che aveva in serbo per lui.

Non arriverò troppo tardi da te, amore mio.